mercoledì 28 gennaio 2015

Tanta verità da ricordare ...

La Stampa
da un articolo de "La Stampa" di Savona del 13/05/2014

Il tecnico col patron Dellepiane: un binomio già entrato nella storia

Ninni Corda tra i suoi giocatori














Dicono che sui campi di mezza Italia abbiano strabuzzato gli occhi. E che a Vercelli più di uno abbia smoccolato: che grana, avere tra i piedi i marines del Savona con quel rompiballe di Corda... Dire che ci credeva solo lui non sarebbe corretto, ma di sicuro davanti agli ottomila del Menti - quelli che mentre noi parliamo di Pierino Prati hanno ancora negli occhi Pablito Rossi - ci voleva un’incursione da teste di cuoio per tirar via la partita.

Belin, ragazzi: questi ce l’hanno fatta. E hai un bel dire adesso che Corda ha le visioni notturne, la verità è un’altra, ovvero quella che mi disse Mino Armienti quando lo prese a Savona: «Questo sul campo è una belva, non hai idea di come li fa lavorare...». Lavoro, già. Quello che a tanti in Italia adesso manca: sarà anche per quello che in biancoblù si suda così tanto? Perché ringrazi Dio di averlo, e te lo tieni stretto, e sputi sangue pur di alzarti al mattino contento di poter faticare. Per te e per la tua famiglia.

Il Savona, questo Savona di Corda, è fatto così: operaio nel senso più nobile del termine, quello dell’uomo che costruisce la vita e la fortuna - se ne ha - con i calli nelle mani e il sudore della fronte. Con quel lavoro che poi ti dà la possibilità di entrare in casa del ricco, il Vicenza stavolta, e dimostrare che sei più bravo, che il tuo cuore è più grande, che per aver ragione della tua voglia non bastano gli ingaggi, il curriculum, la fuoriserie o gli abiti firmati.

Questo è il Savona che ci fa riporre l’album delle figurine del 1966. Furino, Gilardoni, Fazzi, Spanio? Ricordi. Che bello invece adesso poter vivere nel presente. Quello che regalano i ragazzi di Corda, uno che lo senti parlare e senti il vento di Sardegna, uno che cita Sun Tzu e che ha trovato legami perfino arcaici con il patron Dellepiane. Che è l’altro volto del Savona sull’altare del pallone. Ruvido solo per chi non sa leggerne gli occhi, annodato a Corda in quella cultura del lavoro che salda Val Bormida e Barbagia. Non è un caso se Dellepiane fu - parole sue - convinto a prendere la società dal gesto di Corda e giocatori, disposti a decurtarsi lo stipendio pur di andare avanti. La capacità di soffrire per qualcosa in cui si crede, la difesa di ciò che si ha: le fortune di oggi sono nate tra i guai di ieri.

Adesso la gente sogna. Una serie B dove - per dire - affronteresti il Bologna e il Catania. Un passo alla volta: ora c’è la Pro Vercelli, hai detto niente, e bisogna pure affrontarla due volte. Ma la prima sarà domenica al Bacigalupo: ah, peccato non poterlo rivedere com’era una volta, quando in quindicimila urlavamo vedendo uscire quelle maglie dal tunnel lato monte... Vabbé: ai tanti - non molti - che questi colori li hanno visti sfidare il Busalla e l’Aquanera, andrà comunque benissimo così. Sperando che quindicimila no, ma insomma almeno un bel po’ di gente ci sia, domenica alle 16. Io, vorrei solo rivederci due vecchi amici biancoblù davvero, che oggi gonfierebbero il petto ma purtroppo non ci sono più: Ivo Pastorino e Nanni De Marco. 

Questo articolo di Roberto Baglietto contiene molte verità che aiutano a far riflettere e a meditare sulla situazione attuale. Ecco cosa manca al Savona di oggi. Ci sono persone che nonostante numerosi difetti, hanno pregi importanti che possono influenzare positivamente alcune situazioni difficili. Questi difetti e pregi sono presenti nei due personaggi che hanno risollevato le sorti del Savona: Dellepiane e Corda, due persone difficili, ma vincenti. Rimettere insieme nuovamente i loro pregi, e non i difetti ovviamente, potrebbe.provocare l'ennesimo miracolo. Basta volerlo e crederci ...